Noi siamo in Europa.

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Noi siamo in Europa, almeno cosi sembra.
L’Italia è stata tra i primi paesi a partecipare attivamente ad un’idea di Europa grande e unita ma più passano gli anni e più aumenta la sensazione (diciamo così) di non farne parte o di essere un paese da sfondo,di serie B noi: l’Italia da 60 milioni di abitanti.
Dopo la seconda guerra mondiale e con i nuovi equilibri instaurati si partì con la CECA per creare una rete di rapporti (economici in primis) strutturali tra i vari paesi atti a relazionare e non dividere, ed escludere quindi pericoli di guerre, poi arrivò la CEE con un numero sempre maggiore di stati. Gli anni della guerra fredda hanno sospinto l’idea di unione in mezzo ai due grandi blocchi con un parlamento europeo che man mano ha acquisito sempre più voce, ma arrivati agli anni ’90 è cambiato qualcosa e negli anni successivi qualcosa di sempre più importante e destabilizzante. Crollato il blocco sovietico,altri paesi sono entrati nell’Europa politica , nuovi assetti e nuove mire, l’erasmus e poi l’euro. Oggi , già , oggi cos’è l’Europa e soprattutto noi che ruolo abbiamo mantenuto o perso?
In pochi anni stiamo vedendo un altro scenario: l’immensa Cina da paese chiuso e lontano è arrivato a controllare l’economia mondiale, la Russia non si è persa ma ovviamente si è ridimensionata, e gli Stati Uniti tra alti e bassi continuano a controllare e a destabilizzare per interessi vari il mondo.L’euro è stato introdotto troppo presto e specie in Italia gestito in modo maldestro nella transizione, e la nuova era tecnologica sta modificando in modo veloce e profondo la realtà. Oggi, al primo vero attacco all’Europa, la suddetta rischia di saltare,per via di cosa o di chi? Profughi che arrivano dal mare! Quindi non da portaerei e missili ma da barconi di emigranti e profughi spinti dall’Africa e dal Medio Oriente anche per via dell’Isis (argomenti, questi, con più sfaccettature).
Noi?
Per anni abbiamo snobbato il parlamento europeo mentre altri paesi accrescevano il proprio ruolo e influenza finché complici i nuovi assetti di potere soprattutto finanziari ci hanno marginalizzato ancor più di prima.
Dove è l’Italia nelle decisioni che contano in primo luogo per lei e poi per tutti gli altri? Il nostro peso politico?
Non difendiamo i nostri prodotti, penso all’agricoltura cioè a quel grandissimo patrimonio di cultura enogastronomica, all’arte e alle tradizioni secolari che distinguono e valorizzano l’Italia nel mondo intero.
Stiamo pagando noi i debiti di paesi come la Francia e poi penso a Lampedusa quando altri paesi stanno tirando su reti e mura.
Abbiamo perso vent’anni ma i problemi c’erano anche prima.Il declino del paese è iniziato alla fine degli anni ’70 e oggi paradossalmente anche i nuovi arrivi sognano altri paesi, non l’Italia da cui è ripartita l’emigrazione (degli italiani) verso lidi migliori. (fel971)

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Noi siamo in Europa.ultima modifica: 2016-05-07T15:21:09+02:00da fel971
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