Il cibo: alimento e prodotto.

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Il cibo come elemento di sostentamento e di necessario alla vita lo conosciamo bene ed altrettanto sappiamo che cosa vuol dire nel suo insieme la parola cibo?
Vuol dire fonte di sostanze per l’organismo che noi prendiamo dalla terra principalmente o che creiamo mettendone insieme i diversi prodotti offerti, altri li coltiviamo. Questo raccogliere e coltivare sappiamo che è anche fonte di ricchezza per chi per esempio possiede la terra stessa, per chi rivende anche sotto altre forme questi prodotti. Ecco la parola prodotto con il suo senso commerciale del termine. L’industria produce o trasforma e anche il cibo quindi diventa prodotto industriale. La grande maggioranza della popolazione è inoltre onnivora e si nutre anche di carne ovviamente e allora entrano in gioco gli animali. Dalla vita contadina e autosufficiente ai mercanti di spezie, ortaggi e animali ai grandi bisogni della gente di città. L’industrializzazione dell’agricoltura e dell’allevamento ha permesso di nutrire
sempre più persone, miliardi nel frattempo anche se con sacche di povertà purtroppo ancora presenti (anche per altri motivi). Nel presente tecnologico e post-industriale il cibo e la natura stanno vivendo una riscoperta commerciale e filosofica notevole dettata purtroppo anche dalle crisi economiche. Alla chiusura di molte fabbriche (classiche) si sono sostituiti centri commerciali e supermercati che non producono ma vendono prodotti molti dei quali organici e commestibili. Una quantità di merce enorme ma deperibile e qui sta la vera prima differenza:
merce deperibile, non plastica ne ferro ne legno. Merce deperibile da produrre in fretta e consumare in fretta, per soddisfare le richieste della clientela e battere la concorrenza sempre più incalzante tra cui anche prodotti venduti sotto varie forme ma con alla base sempre lo stesso materiale. Le popolazioni rurali da una pianta producevano tutto il possibile alimentare e non, oggi a distanza di pochi anni molti stanno riscoprendo o conoscendo le tecniche dei nonni e di una economia morta ma non sepolta. Se da un lato una vena modaiola e new age bucolica accompagna questi anni dall’altra si stanno affacciando nuove possibilità economiche ed ecco che il cibo diventa oggetto in quanto tale da guardare, ammirare e con cui giocarci. In Italia abbiamo una varietà di prodotti e una fantasia alimentare data anche dalla fame di periodi meno felici che nessun altro paese al mondo ha e questo indubbiamente è un punto di forza. Con un marketing azzeccato fioriscono sempre nuove forme di ristorazione, vendita, degustazione e quant’altro, le drogherie e botteghe di cinquant’anni fa diventano locali serali con libri e spettacoli. Il cibo assume quindi una veste diversa anche nel prezzo, un oggetto da vendere al meglio possibile che esce dalla domanda e offerta del bisogno primario per diventare qualcos’altro. Un attenzione speciale che si riversa dal caviale e champagne anche al cibo da strada che finisce per prendere un’altra dimensione.
Come al solito quando si parla di soldi e potere, le cose cambiano finendo per arrivare a speculazioni e frodi. Purtroppo il lato scuro si traduce in allevamenti intensivi e sfruttamento del suolo con l’uso smoderato di concimi, antibiotici, pesticidi dove l’ortaggio o il maiale diventano appunto un oggetto.
Grandi multinazionali brevettano sementi e pomodori che crescono in serre senza terra ma con cannucce che alimentano direttamente la pianta. Nuove frontiere per il cibo, purchè non ci si dimentichi che il cibo è un diritto sacrosanto e che soprattutto lo mangiamo noi tutti. (fel971)

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Il cibo: alimento e prodotto.ultima modifica: 2016-10-24T16:23:55+02:00da fel971
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